RIABILITAZIONE SPORTIVA
La riabilitazione dello sportivo prevede una prima fase di gestione del dolore, dell’edema e della fase infiammatoria, una successiva dedicata allo stretching e agli esercizi che servono per recuperare la forza, la flessibilità e l’equilibrio. Infine, si passa all’introduzione di esercizi funzionali specifici per aiutare l’atleta al riadattamento completo alla pratica sportiva.
Le cause degli infortuni sono le più varie: eventi traumatici diretti, sovraccarico funzionale, scarso allenamento o utilizzo di equipaggiamento inadeguato.
Queste le problematiche più ricorrenti:
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Lesioni muscolari o ai legamenti (crociato, collaterale, ecc.)
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Tendinopatie
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Distorsioni (caviglia, ginocchio, ecc.)
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Lussazioni
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Fratture
Infortuni principali
Lesioni Muscolari
Le lesioni muscolari sono infortuni a carico della struttura muscolare del nostro corpo. Generalmente dolorose, vengono causate da un eccesso di sforzo, durante la pratica sportiva, anche se possono presentarsi in altri ambiti della vita quotidiana. La struttura del muscolo è formato dalla parte carnosa e da quella tendinea ed è paragonabile a quella di una corda e alle sue fibre. Le lesioni muscolari potrebbero coinvolgere tutte le fibre o parte di esse, e si distinguono in:
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Contrattura: indurimento del muscolo a causa di una contrazione involontaria del muscolo;
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Stiramento: eccessivo allungamento delle fibre muscolari;
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Strappo: rottura delle fibre muscolari.
Lo strappo muscolare, può essere classificato in gradi a seconda della quantità di fibre coinvolte:
Primo grado: riguarda le lesioni muscolari di alcune fibre e sono caratterizzate dalla presenza di dolore avvertito solamente nella fase di contrazione del muscolo. Ha una durata di circa una settimana e non ha bisogno di terapie.
Secondo grado: anche in questo caso la lesione interessa solo alcune fibre ed è caratterizzata dalla comparsa di un ematoma e dalla presenza di dolore che aumenta progressivamente nei giorni. È necessario un approfondimento diagnostico per localizzare la lesione e definire i tempi di recupero.
Terzo grado: è la condizione più grave poiché ritroviamo protagonista la rottura di tutte le fibre muscolari. Questo stadio è caratterizzato da sintomo di impotenza, dolore acuto, ematoma. È opportuno seguire un iter medico e le specifiche terapie.
Lesioni dei Legamenti
I legamenti vengono distinti a seconda della loro posizione anatomica in “periferici” e “centrali”.
Periferici: legamento collaterale mediale (LCM) e laterale (LCL)
Centrali: legamento crociato anteriore (LCA) e posteriore (LCP)
COME SI DANNEGGIA UN LEGAMENTO?
Le lesioni del LCM sono solitamente conseguenza di un trauma laterale (frequente negli sport di contatto come calcio, rugby, basket) o di uno stress in valgismo (caduta sugli sci a gambe divaricate).
Le lesioni del LCA fanno spesso seguito ad una torsione del ginocchio (cadute in rotazione come nel basket, pallavolo, sci) oppure per una flessione o estensione massima forzata.
Infine le lesioni del LCP si verificano quasi sempre in caso di trauma diretto anteriore a ginocchio flesso (incidenti automobilistici).
QUALI SINTOMI PROVOCA LA LESIONE DEL LCA?
FASE ACUTA
“POP“: il paziente durante l’evento traumatico avverte un “pop” del legamento che si lacera seguito da intenso dolore e sensazione di ginocchio lasso, con impossibilità a proseguire l’attività sportiva.
Versamento: nelle ore successive il trauma può formarsi un versamento all’interno dell’articolazione, a causa del sanguinamento dei tessuti lesi.
FASE CRONICA
Cedimento articolare: si verifica camminando su un terreno accidentato o nelle brusche variazioni di direzione. Il paziente riferisce sensazione di cedimento con talora associata distorsione o caduta a terra.
Versamento: costituito quasi sempre da liquido sinoviale; può diventare persistente per l’instaurarsi di un processo infiammatorio cronico.
Riduzione della massa muscolare: l’instabilità del ginocchio altera la funzione dell’arto e provoca una riduzione della massa muscolare della coscia.
Tendinopatie
Tendinopatia è il termine con cui i medici indicano qualsiasi sofferenza o infortunio a carico dei tendini.
Frutto di traumi acuti, del sovraccarico funzionale o di alcune malattie sistemiche (tra cui il diabete), le tendinopatie sono condizioni responsabili di una sintomatologia locale, che comprende disturbi come dolore, gonfiore, senso di rigidità, indolenzimento e calore.
Le tendinopatie sono problematiche ostiche da curare, perché richiedono terapie adeguate e molta dedizione da parte del paziente.
In genere, all'origine di una tendinopatia c'è un trauma o un sovraccarico funzionale del tendine sofferente;
In linea generale, quando dipendono da un trauma o dal sovraccarico funzionale, le tendinopatie riguardano un tendine soltanto; quando invece sono connesse a una malattia sistemica, tendono a interessare più tendini sparsi nel corpo umano.
Distorsioni
Le distorsioni sono lesione a carico di un’articolazione che si verifica per un movimento improvviso, imprevisto e violento, il quale forzando le strutture oltre i limiti anatomici e fisiologici, produce danni a tessuti quali: le cartilagini, capsule articolari, legamenti, tendini, fasci vascolo-nervosi ad essi correlati.
Tutte le articolazioni possono essere vittime di episodi distorsivi anche se, alcune, presentano una maggiore frequenza a seconda delle abitudini di vita (per esempio un trauma distorsivo del rachide cervicale, il cosiddetto “colpo di frusta cervicale”, dovuto ad incidenti) ,o sportive/lavorative (distorsione del ginocchio, caviglia, spalla).
Il grado di lesione, proporzionale allo stress meccanico che colpisce le strutture articolari, ha come sintomo comune e principale il dolore, spesso accompagnato da edema, ematomi, contrattura della muscolatura ed impotenza funzionale del distretto colpito.
Fratture
Per frattura si intende l’interruzione parziale o totale della continuità di un osso.
Numerose sono le classificazioni delle fratture, andiamo a vedere le più importanti.
In base all’eziologia possiamo suddividere le fratture in:
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Traumatiche: avvengono in un osso a normale resistenza meccanica;
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Patologiche: avvengono in un osso con ridotta resistenza meccanica, per condizioni patologiche generali o locali, e sono causate da un trauma incapace di interrompere un osso normale;
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Da stress: tipica degli sportivi, causata da microtraumi ripetuti in un osso con normale resistenza meccanica (si verificano lentamente).
In base all’integrità della cute distinguiamo:
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fratture chiuse (o composte): dove non ci sono monconi ossei sporgenti e l’osso non comunica con l’esterno. I due monconi, inoltre, risultano essere allineati;
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fratture esposte: dove l’osso comunica con l’esterno e poiché il rischio di infezione è elevato, richiedono un trattamento antibiotico oltre quello medico-chirurgico. In questo caso non vi è congruenza tra i due monconi ossei.
Infine, per semplicità espositiva, è importante distinguere le fratture semplici ( caratterizzate dalla rottura dell’osso in due parti, dette monconi), dalle fratture scomposte o comminute (che presentano rottura dell’osso in più pezzi, pluriframmentarie).
Lussazioni
La lussazione è un evento traumatico che causa la perdita dei rapporti reciproci tra i capi articolari di un'articolazione. Lo slittamento a livello cartilagineo delle due estremità ossee è consentito dalla rottura, almeno parziale, della capsula e dei legamenti che stabilizzano l'articolazione.
Le lussazioni si dividono in complete ed incomplete. Nel primo caso vi è una netta separazione tra le due superfici articolari, mentre nel secondo i capi ossei rimangono parzialmente in contatto tra di loro. In entrambi i casi è necessario un intervento esterno per riportare in sede le due superfici articolari fuoriuscite. Al contrario se dopo l'incidente le due estremità ossee si riposizionano da sole non si parla più di lussazione ma di distorsione articolare.
Le lussazioni interessano più frequentemente la spalla (circa il 50% dei casi), il gomito, l'anca, le dita e la rotula; le sublussazioni sono invece più comuni a livello della caviglia e del ginocchio.